
Cresce, giustamente, l’allarme sulla crisi del Maggio Musicale Fiorentino, ma nessuno, almeno ci sembra, ha provato a immaginare quale sia un suo possibile futuro. Perché una crisi possa diventare un’opportunità è necessaria una direzione: non esistono strade giuste se non si sa dove stiamo andando.
Nessun teatro in Italia si regge solo sui biglietti. C’è sempre un intervento pubblico e di sponsor privati che permette a quello che è uno spettacolo incredibilmente costoso di non sparire. Ma l’intervento pubblico si giustifica con le finalità del teatro inteso come servizio culturale pubblico.
L’area metropolitana ospita altre fondazioni di assoluto rilievo musicale: la Fondazione Orchestra della Toscana, la Fondazione Scuola di Musica di Fiesole, gli Amici della Musica di Firenze. Non solo, Firenze ospita il Conservatorio Cherubini, con coro e orchestra, l’Orchestra da Camera Fiorentina, o realtà più giovani quali l’orchestra La Filharmonie, o più concentrate sulla musica contemporanea come Tempo Reale o Musicus Concentus.
Pereira ha sostenuto che il Teatro del Maggio fosse troppo grande per Firenze, ma è conoscenza comune che i beni culturali, a differenza di altri, creano la propria domanda. Più cultura una città produce, maggiori saranno i cittadini che ne fruiscono. La musica a Firenze ha un suo pubblico tanto quanto in altre città italiane, ma – solo per occuparci delle poche realtà menzionate sopra – questo è diviso fra tre grandi teatri (del Maggio, Teatro Verdi e Pergola).
I teatri nelle città hanno successo quando si specializzano, non quando duplicano funzioni e offerta. Uno dei possibili punti di partenza è un Teatro del Maggio simile ad un parco della musica che ospiti le orchestre di Firenze, valorizzando e mettendo a frutto gli investimenti che lo rendono un luogo ideale per vivere ogni giorno dell’anno. La scommessa è che a fronte di un marginale aumento delle spese correnti, arriverebbero nuovi pubblici e ovviamente nuovi fondi.
Appare facile pensare a quali sinergie una tale unione potrebbe mettere in movimento: l’attenzione al territorio dell’ORT, la lirica del Maggio e della sua Accademia, una formazione musicale diffusa che potrebbe trasformare Firenze partendo da piccoli avamposti nei quartieri dei quali il Teatro sia punto di riferimento. La lista di possibilità appare interessante e darebbe un segnale di speranza e una direzione a tutto il settore della musica cittadino e metropolitano.
La Fondazione del Maggio Fiorentino rischia di sparire. Forse è il momento di seppellire lo spirito di guelfi e ghibellini e unire le forze per fare in modo che le future generazioni abbiano sempre più occasioni di scoprire la musica.
Pubblicato su Repubblica il 3 Luglio 2023.

